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Ricchezza di cultura
In Kenya si contano 42 culture e innumerevoli lingue
e dialetti, in uno dei tessuti sociali più diversificati del
mondo. Tuttavia rimaniamo una nazione pacifica, unita da una comune
cultura kenyana, un popolo forte e orgoglioso che accoglie con calore
il turista che arriva nel nostro magnifico paese.
Qui una parola echeggia ovunque – Karibu.
Significa “Benvenuto” e in Kenya è un saluto, un
invito e una benedizione. Questo calore naturale è evidente su
ogni volto sorridente che vi dà il benvenuto.
Il nostro passato è una storia di cambiamenti
e diversità, il lungo racconto dell’incontro e del mescolarsi
di molti popoli e culture differenti.
Questa storia si spinge indietro nel tempo più
della maggior parte delle storie. Gli scavi archeologici a Koobi Fora,
Olorgesaille e Kariandusi hanno mostrato che gli esseri umani abitano
attivamente il Kenya da 4,5 milioni di anni.
Questa è la terra dove è nato l’uomo.
Viaggiare in Kenya significa fare l’esperienza di questo unico
mosaico culturale, antico quanto la creazione. incontrate i marinai
Swahili sulla costa, visitare i villaggi Maasai cinti dai rovi nel sud,
camminate con i guerrieri Samburu nella landa desertica del nord, o
pescate con i Luo maestri pescatori del Lago Vittoria nell’ovest.
Ovunque viaggerete in Kenya troverete culture diverse e affascinanti.
Allora scegliete un Safari Culturale, e scoprirete
una storia e culture pulsanti, varie come il Kenya stesso.
LA TERRA DELLA CREAZIONE
La maggior parte delle culture tribali del Kenya ha
propri miti e leggende della creazione, tramandati di generazione in
generazione.
Per i Kikuyu, la vetta del Monte Kenya è
il sacro regno del loro Dio, Ngai, che creò la terra,
e un uomo e una donna che vivevano in un boschetto di fichi con le loro
nove figlie. Un sacrificio alla montagna fece uscire nove uomini da
un fuoco, e i matrimoni che vennero celebrati diedero vita ai nove clan
Kikuyu. Ancora oggi la montagna è considerata un luogo sacro.
Il mito della creazione dei Meru ha intriganti
punti di contatto con le tradizioni bibliche. Essi credono di essere
sfuggiti dalla schiavitù su un’isola vicino alla costa,
e di aver raggiunto il Kenya attraverso una mare diviso.
La leggenda dei Maasai racconta che un tempo il cielo
e la terra erano tessuti insieme, finché Enkai, il creatore,
decise di separarli. Mentre i due si staccavano, soltanto gli alberi
di fico rimasero a tendersi fra l’uno e l’altra. Enkai mandò
del bestiame giù da questi alberi, come benedizione per i Maasai.
Da qui il grande rispetto e venerazione che vengono tributati al bestiame
e agli alberi di fico.
Questa è soltanto una manciata dei molti miti
di creazione sparsi fra le 42 culture del Kenya. Questo aspetto del
folklore e del costume rimane vivo ed è custodito gelosamente.
La musica, la danza e folklore orale sono sopravvissuti
intatti attraverso i secoli e rimangono una parte importante di molte
culture. Ogni anno un festival che si tiene a Nairobi celebra questo
patrimonio musicale.
Dalle guarnizioni di perline ai manufatti di giunco,
dalle sculture in legno alle ceramiche, i lavori artigianali continuano
ad essere ampiamente praticati in tutto il paese, e riflettono la gamma
di valori culturali e di credenze della gente kenyana.
Visitando il Kenya potrete conoscere direttamente questa
ricca eredità culturale. Alloggiando in pensioni e campi gestiti
direttamente dalle comunità locali, o che con queste lavorano
a stretto contatto, gli ospiti possono imparare molto su queste culture,
e sul modo in cui la tradizione sopravvive nel mondo moderno.
Per chi ha un forte interesse nelle culture kenyane,
è possibile sistemarsi presso villaggi o case private in molte
parti del Kenya. Questa è una di quelle esperienze che possono
cambiare la vita, permettendo ai visitatori di apprezzare e comprendere
una cultura molto diversa, imparando a guardare la vita da una prospettiva
del tutto differente.
I kenyani indigeni hanno origini varie quanto i loro
miti e le loro leggende, con diverse tribù giunte in Kenya ,molto
tempo fa e flussi migratori da nord, ovest e sud.
Ad est fu il mare a portare nuove ed esotiche influenze
in Kenya.
VENTI DI CAMBIAMENTO
La linea costiera del Kenya è battuta da un
monsone chiamato Kaskazi, un aliseo che portò barche commerciali,
esploratori e avventurieri sulle nostre rive.
Questo commercio di beni e culture originò una
società, in cui le influenze esterne si mescolarono alle tradizioni
e a i costumi indigeni. Questa cultura divenne nota come “Swahili”,
derivato dal termine arabo Sahel, “costa”.
La cultura Swahili e la sua lingua influenzarono tutto
il Kenya, ma la nostra costa ne rimane la roccaforte. Nel tempo lo Swahili
è diventato la lingua africana più diffusa. E’ una
cultura nata dal mare e questo legame oggi rimane, con le barche commerciali
a vela latina che navigano ancora lungo la costa.
Lungo la costa la cultura Swahili è prospera.
Per il visitatore è ancora facile immergersi nell’atmosfera
inebriante, girovagare per le strade della Città Vecchia di Mombasa,
e trovarsi trasportati nelle pagine de “Le mille e una notte”.
Al nord, la città insulare di Lamu rimane una
comunità Swahili senza influssi dal mondo esterno, dove la vita
scorre a un ritmo molto differente e rilassato. Non si sono automobili
sull’isola, e il più comune mezzo di trasporto rimane l’asino.
Le strette vie ventose dell’animata città di pietra sono
un labirinto in cui vale la pena perdersi. Ogni svolta e curva porta
una nuova esperienza e sempre qualcosa d’interessante da scoprire.
La maggior parte dei visitatori che lasciano Lamu,
se ne vanno irrimediabilmente innamorati di questo posto magico, e molti
ritornano più volte.
Se Lamu è la città Swahili più
esotica, allora la più misteriosa è Gedi. Le rovine
di questa città perduta, un tempo grande e ricco avamposto commerciale,
giacciono nella foresta costiera Arabuko Sokoke. Gedi rimane
un enigmatico rompicapo sia per gli storici che per gli archeologi.
Mai menzionato o documentato nella vasta storia dell’area,
questo insediamento sembra essere esistito senza alcun contatto con
il mondo esterno. Altrettanto misterioso fu il suo improvviso abbandono
verso la metà del XVI secolo, senza una chiara ragione e senza
nessun documento rimasto a testimoniare della e della sorte della sua
intera popolazione. Gedi resta ancora un mistero e le sue rovine spettrali
nei profondi recessi della foresta sono perfette per un affascinante
visita di mezza giornata.
Ma il mare portò anche l’influenza dell’Europa:
infatti l’esploratore portoghese Vasco da Gama approdò
su queste coste nel 1947, e il suo sbarco è ricordato da una
colonna eretta a Malindi, che diventò un importante centro per
l’insediamento portoghese.
Furono i portoghesi a edificare l’impressionante Fort Jesus, al di sopra del porto di Mombasa, nel 1598. Questo forte
sarebbe diventato il teatro di guerra nel conflitto sanguinoso e turbolento
fra portoghesi e arabi Shirazi e Omani, che durò
oltre 400 anni.
Oggi il forte è uno dei principali monumenti
storici, in cui i visitatori stessi possono scoprire questa epica storia,
esplorando l’edificio fra i suoi merli, cannoni, bastioni erosi
dal tempo. Dopo la caduta finale dei portoghesi il mare avrebbe portato
influenze di importanza anche maggiore sulle rive del Kenya.
L’EREDITA’ COLONIALE
Alla fine del XIX secolo gli inglesi diventarono sempre
più determinati a creare un protettorato nell’Africa orientale
per ottenere il controllo del Canale di Suez. Si resero conto che il
solo modo per farlo era di creare una ferrovia che attraversasse la
landa incontaminata. Con l’ausilio delle conoscenze dell’are
fornite dai primi esploratori, formularono i piani per penetrare in
Kenya con una linea ferroviaria da Mombasa alle acque del Lago Vittoria,
la sorgente del Nilo.
Respinto da alcuni come progetto folle, questo piano
audace iniziò nel 1896, con la linea che serpeggiava per 1000
chilometri nell’interno, verso le zone montuose centrali. Ma la
costruzione della linea fu arrestata dai leoni mangiatori di uomini
nel 1899, dando luogo così a una delle più famose storie
d’avventura africane, quella dei “Mangiatori di uomini
di Tsavo”
La ferrovia fu completata nel dicembre del 1901, giunta
finalmente al Lago Vittoria. Questa ferrovia esiste ancora oggi, ed
è una delle tratte ferroviarie storiche più famose al
mondo.
La linea diede origine a un piccolo avamposto, conosciuto
all’inizio come “Miglio 39”, che crebbe diventando
una baraccopoli chiamata Nairobi, dal nome Maasai della palude
su sui era stata costruita, Ewaso Nai’Beri. La cittadina
divenne un animato centro per amministratori coloniali, mercanti indiani
e per avventurieri da tutto il mondo.
Il Kenya è diventato rapidamente una colonia
unica, famosa per la libertà dei suoi spazi aperti e per il safari
come stile di vita, richiamando cacciatori, artisti e personaggi eccentrici.
IL KENYA MODERNO
Il Kenya rimase una colonia britannica finché
nel 1963 una risoluta battaglia per la libertà vide la nascita
della repubblica indipendente. Il Kenya moderno è ancora oggi
una società differenziata e multiculturale, ma sempre puramente
e orgogliosamente kenyana. Questo è un paese in cui i costumi
e le tradizioni si mescolano e sono assorbiti dalla vita moderna. In
Kenya troverete l’arte, la musica, la danza e il teatro moderni
più vibranti ed eccitanti dell’Africa, insieme a orgogliose
manifestazioni delle arti e delle culture tradizionali.
Allora Karibu Kenya, qui troverete la più
vasta gamma di Safari Culturali al mondo.
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