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DA RICORDARE - In Kenya a partire dal 28 agosto 2017 è entrato in vigore il bando ai sacchetti di plastica. Leggi il comunicato.
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AFRICA > KENYA > PARCHI E SAFARI > SAFARI CULTURALI


Ricchezza di cultura

In Kenya si contano 42 culture e innumerevoli lingue e dialetti, in uno dei tessuti sociali più diversificati del mondo. Tuttavia rimaniamo una nazione pacifica, unita da una comune cultura kenyana, un popolo forte e orgoglioso che accoglie con calore il turista che arriva nel nostro magnifico paese.

Qui una parola echeggia ovunque – Karibu. Significa “Benvenuto” e in Kenya è un saluto, un invito e una benedizione. Questo calore naturale è evidente su ogni volto sorridente che vi dà il benvenuto.

Il nostro passato è una storia di cambiamenti e diversità, il lungo racconto dell’incontro e del mescolarsi di molti popoli e culture differenti.

Questa storia si spinge indietro nel tempo più della maggior parte delle storie. Gli scavi archeologici a Koobi Fora, Olorgesaille e Kariandusi hanno mostrato che gli esseri umani abitano attivamente il Kenya da 4,5 milioni di anni.

Questa è la terra dove è nato l’uomo. Viaggiare in Kenya significa fare l’esperienza di questo unico mosaico culturale, antico quanto la creazione. incontrate i marinai Swahili sulla costa, visitare i villaggi Maasai cinti dai rovi nel sud, camminate con i guerrieri Samburu nella landa desertica del nord, o pescate con i Luo maestri pescatori del Lago Vittoria nell’ovest. Ovunque viaggerete in Kenya troverete culture diverse e affascinanti.

Allora scegliete un Safari Culturale, e scoprirete una storia e culture pulsanti, varie come il Kenya stesso.

LA TERRA DELLA CREAZIONE

La maggior parte delle culture tribali del Kenya ha propri miti e leggende della creazione, tramandati di generazione in generazione.

Per i Kikuyu, la vetta del Monte Kenya è il sacro regno del loro Dio, Ngai, che creò la terra, e un uomo e una donna che vivevano in un boschetto di fichi con le loro nove figlie. Un sacrificio alla montagna fece uscire nove uomini da un fuoco, e i matrimoni che vennero celebrati diedero vita ai nove clan Kikuyu. Ancora oggi la montagna è considerata un luogo sacro.

Il mito della creazione dei Meru ha intriganti punti di contatto con le tradizioni bibliche. Essi credono di essere sfuggiti dalla schiavitù su un’isola vicino alla costa, e di aver raggiunto il Kenya attraverso una mare diviso.

La leggenda dei Maasai racconta che un tempo il cielo e la terra erano tessuti insieme, finché Enkai, il creatore, decise di separarli. Mentre i due si staccavano, soltanto gli alberi di fico rimasero a tendersi fra l’uno e l’altra. Enkai mandò del bestiame giù da questi alberi, come benedizione per i Maasai. Da qui il grande rispetto e venerazione che vengono tributati al bestiame e agli alberi di fico.

Questa è soltanto una manciata dei molti miti di creazione sparsi fra le 42 culture del Kenya. Questo aspetto del folklore e del costume rimane vivo ed è custodito gelosamente.

La musica, la danza e folklore orale sono sopravvissuti intatti attraverso i secoli e rimangono una parte importante di molte culture. Ogni anno un festival che si tiene a Nairobi celebra questo patrimonio musicale.

Dalle guarnizioni di perline ai manufatti di giunco, dalle sculture in legno alle ceramiche, i lavori artigianali continuano ad essere ampiamente praticati in tutto il paese, e riflettono la gamma di valori culturali e di credenze della gente kenyana.

Visitando il Kenya potrete conoscere direttamente questa ricca eredità culturale. Alloggiando in pensioni e campi gestiti direttamente dalle comunità locali, o che con queste lavorano a stretto contatto, gli ospiti possono imparare molto su queste culture, e sul modo in cui la tradizione sopravvive nel mondo moderno.

Per chi ha un forte interesse nelle culture kenyane, è possibile sistemarsi presso villaggi o case private in molte parti del Kenya. Questa è una di quelle esperienze che possono cambiare la vita, permettendo ai visitatori di apprezzare e comprendere una cultura molto diversa, imparando a guardare la vita da una prospettiva del tutto differente.

I kenyani indigeni hanno origini varie quanto i loro miti e le loro leggende, con diverse tribù giunte in Kenya ,molto tempo fa e flussi migratori da nord, ovest e sud.

Ad est fu il mare a portare nuove ed esotiche influenze in Kenya.

VENTI DI CAMBIAMENTO

La linea costiera del Kenya è battuta da un monsone chiamato Kaskazi, un aliseo che portò barche commerciali, esploratori e avventurieri sulle nostre rive.

Questo commercio di beni e culture originò una società, in cui le influenze esterne si mescolarono alle tradizioni e a i costumi indigeni. Questa cultura divenne nota come “Swahili”, derivato dal termine arabo Sahel, “costa”.

La cultura Swahili e la sua lingua influenzarono tutto il Kenya, ma la nostra costa ne rimane la roccaforte. Nel tempo lo Swahili è diventato la lingua africana più diffusa. E’ una cultura nata dal mare e questo legame oggi rimane, con le barche commerciali a vela latina che navigano ancora lungo la costa.

Lungo la costa la cultura Swahili è prospera. Per il visitatore è ancora facile immergersi nell’atmosfera inebriante, girovagare per le strade della Città Vecchia di Mombasa, e trovarsi trasportati nelle pagine de “Le mille e una notte”.

Al nord, la città insulare di Lamu rimane una comunità Swahili senza influssi dal mondo esterno, dove la vita scorre a un ritmo molto differente e rilassato. Non si sono automobili sull’isola, e il più comune mezzo di trasporto rimane l’asino. Le strette vie ventose dell’animata città di pietra sono un labirinto in cui vale la pena perdersi. Ogni svolta e curva porta una nuova esperienza e sempre qualcosa d’interessante da scoprire.

La maggior parte dei visitatori che lasciano Lamu, se ne vanno irrimediabilmente innamorati di questo posto magico, e molti ritornano più volte.

Se Lamu è la città Swahili più esotica, allora la più misteriosa è Gedi. Le rovine di questa città perduta, un tempo grande e ricco avamposto commerciale, giacciono nella foresta costiera Arabuko Sokoke. Gedi rimane un enigmatico rompicapo sia per gli storici che per gli archeologi.

Mai menzionato o documentato nella vasta storia dell’area, questo insediamento sembra essere esistito senza alcun contatto con il mondo esterno. Altrettanto misterioso fu il suo improvviso abbandono verso la metà del XVI secolo, senza una chiara ragione e senza nessun documento rimasto a testimoniare della e della sorte della sua intera popolazione. Gedi resta ancora un mistero e le sue rovine spettrali nei profondi recessi della foresta sono perfette per un affascinante visita di mezza giornata.

Ma il mare portò anche l’influenza dell’Europa: infatti l’esploratore portoghese Vasco da Gama approdò su queste coste nel 1947, e il suo sbarco è ricordato da una colonna eretta a Malindi, che diventò un importante centro per l’insediamento portoghese.

Furono i portoghesi a edificare l’impressionante Fort Jesus, al di sopra del porto di Mombasa, nel 1598. Questo forte sarebbe diventato il teatro di guerra nel conflitto sanguinoso e turbolento fra portoghesi e arabi Shirazi e Omani, che durò oltre 400 anni.

Oggi il forte è uno dei principali monumenti storici, in cui i visitatori stessi possono scoprire questa epica storia, esplorando l’edificio fra i suoi merli, cannoni, bastioni erosi dal tempo. Dopo la caduta finale dei portoghesi il mare avrebbe portato influenze di importanza anche maggiore sulle rive del Kenya.

L’EREDITA’ COLONIALE

Alla fine del XIX secolo gli inglesi diventarono sempre più determinati a creare un protettorato nell’Africa orientale per ottenere il controllo del Canale di Suez. Si resero conto che il solo modo per farlo era di creare una ferrovia che attraversasse la landa incontaminata. Con l’ausilio delle conoscenze dell’are fornite dai primi esploratori, formularono i piani per penetrare in Kenya con una linea ferroviaria da Mombasa alle acque del Lago Vittoria, la sorgente del Nilo.

Respinto da alcuni come progetto folle, questo piano audace iniziò nel 1896, con la linea che serpeggiava per 1000 chilometri nell’interno, verso le zone montuose centrali. Ma la costruzione della linea fu arrestata dai leoni mangiatori di uomini nel 1899, dando luogo così a una delle più famose storie d’avventura africane, quella dei “Mangiatori di uomini di Tsavo

La ferrovia fu completata nel dicembre del 1901, giunta finalmente al Lago Vittoria. Questa ferrovia esiste ancora oggi, ed è una delle tratte ferroviarie storiche più famose al mondo.

La linea diede origine a un piccolo avamposto, conosciuto all’inizio come “Miglio 39”, che crebbe diventando una baraccopoli chiamata Nairobi, dal nome Maasai della palude su sui era stata costruita, Ewaso Nai’Beri. La cittadina divenne un animato centro per amministratori coloniali, mercanti indiani e per avventurieri da tutto il mondo.

Il Kenya è diventato rapidamente una colonia unica, famosa per la libertà dei suoi spazi aperti e per il safari come stile di vita, richiamando cacciatori, artisti e personaggi eccentrici.

IL KENYA MODERNO

Il Kenya rimase una colonia britannica finché nel 1963 una risoluta battaglia per la libertà vide la nascita della repubblica indipendente. Il Kenya moderno è ancora oggi una società differenziata e multiculturale, ma sempre puramente e orgogliosamente kenyana. Questo è un paese in cui i costumi e le tradizioni si mescolano e sono assorbiti dalla vita moderna. In Kenya troverete l’arte, la musica, la danza e il teatro moderni più vibranti ed eccitanti dell’Africa, insieme a orgogliose manifestazioni delle arti e delle culture tradizionali.

Allora Karibu Kenya, qui troverete la più vasta gamma di Safari Culturali al mondo.

 

 
 
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